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Romanzo naturale - un libro di Georgi Gospodinov - Voland

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“ROMANZO NATURALE” – Un libro di Georgi Gospodinov – Voland 2023.

 

“Vorrei che qualcuno dicesse questo è un bel romanzo perché è tessuto di dubbi”, avverte l’autore, ma noi che in letteratura siamo sempre ‘alla ricerca del pelo nell’uovo’, abbiamo trovato inaspettatamente in questo libro di Georgi Gospodinov le risposte che cercavano alle molte domande corrispondenti all’inquisitoria ‘naturale’ del banale quotidiano. Che ne dite, non è forse il caso di immergersi tranquillamente nella lettura di queste pagine schiette e fresche onde affrontare la calura di questa estate infuocata?

L’invito non teme di cadere nel vuoto della moda, tutta nostrana, di passare il tempo a smanettare sul cellulare alla ricerca di gossip e/o coniare fake-news per farsi una risata aliena. Al contrario, sollecita Gospodinov, proponendo una lettura ‘rapper e graffitara’ al passo coi tempi che sorprende per l’autoironia e l’incalzante linguaggio fortemente espressivo come cura ‘effervescente’ contro lo stress metropolitano …

“La storia naturale non è altro che nominare il visibile (…) indotto dall’evidenza delle cose”. “Che romanzo salterebbe fuori, se riuscissimo a convincere una mosca a raccontare? Non dubito affatto che essa possieda una lingua, naturalmente diversa dalla nostra. (...) La tappa successiva dello studio di questa lingua può essere la capacità di parlare con una mosca. D’accordo, c’è una ragione fondamentale per cui osservo le mosche, che cerco di indagare nei gabinetti e in tutta la storia naturale. È una ragione assillante, (…) questa però rimane in me. Alla mosca nel mio cranio serve un buco” dove introdursi (?), è così.

È quanto si pone l’autore nell’osservare tutto quanto accade intorno e gli innumerevoli risvolti che se ne ricava dai comportamenti più leggeri (leggi superficiali) che ci portiamo dietro rendendoci in questo modo alquanto ridicoli e altrettanto umani, a tal punto che quasi non ce ne rendiamo conto. Tuttavia non c’è ragione di preoccuparsi, la diagnosi riguarda ognuno di noi indistintamente, sebbene la cura che suggerisce risulti un poco adulterata, in quanto va a inficiare quello spazio grossolanamente ‘privato’ di un interloquire ‘maccheronico’ che apre al gergale ‘slang’, ‘No Cap’ (rap), e/o ’Cringe’, per dire quello che si prova quando si dice/scrive qualcosa volutamente imbarazzante …

“Vivevo con una che passava tutto il suo tempo al cesso. Almeno quattro volte al giorno per un’ora e mezza a volta, ho controllato.[…] Abbiamo avuto conversazioni molto serie proprio in questo modo. Di tanto in tanto quando si zittiva, guardavo dalla toppa. – Il cesso è un posto cupo, bello mio, un buco!” Niente di scandaloso, né di sgradevole o imbarazzante, bensì oltremodo divertenti risultano i ‘capitoli’ di questa non-storia che si vorrebbe romanzata e che invece si snoda nel modo (ormai cool) della raccolta di short-stories che compongono le diatribe di un divorzio sponsorizzato dall’autore stesso e che, come in altre sue narrazioni successive, ha abituato i propri lettori, alle diavolerie contestuali della vita di coppia.

Ecco qualche non-titolo ficcante dei capitoli qui inclusi … “L’apocalisse è possibile anche in un solo paese” “Per una storia naturale dei gabinetti” “Solo il banale mi interessa. Nient’altro mi diverte così tanto” “Lista dei piaceri degli anni ’60 /’70/’80” “Tutto finisce in fumo” “Per una storia naturale delle mosche” “Da qualche parte la gente vive in case con due ‘s’” Ed ovviamente tanto altro. Una sorta di ‘diario privato’ e ‘frammenti di ricordi’ trascritti come tanti ‘vuoti a perdere’ che, per ironia della sorte, riempiono il vuoto romanzato d’una strampalata quanto personalissima storia d’amore che si apre e si chiude con un divorzio (quello escogitato dall’autore) nel tentativo quotidiano di scrivere un romanzo ‘naturale’ in cui affrontare tematiche disparate e pur sempre correnti, come la guerra …

“La guerra mondiale è inoffensiva. L’apocalisse e la guerra servono solo a distrarre la nostra attenzione. […] Quanto potrebbe succedere a ogni istante è molto più terribile e purtroppo difficile da percepire. Concerne i meccanismi nascosti della Terra e dell’universo. […] Cose non eclatanti come l’apocalisse magari sono già cominciati, malauguratamente non posso descriverne i particolari esatti. Non mi mancano le parole, ma non posso farlo. Non si deve. Sospetto che proprio una descrizione minuziosa ed esatta […] ne metterà in moto i meccanismi.”

Siamo alle ultime battute di una cultura letteraria spesso pesante e noiosa del romanzo da collezionare in bacheche polverose, soppiantata dal ritorno al ‘racconto breve’ che in un primo momento non ha riscosso consenso, e che invece sembra risvegliare l’attenzione del pubblico dei lettori alla ricerca di una scrittura da consumare in breve tempo q.b., trasferita all’interno di ‘info’ dinamiche ridotte ai minimi sprechi indispensabili q.b. e, chiamatasi fuori dall’essere partecipe alla trama, ad uso e consumo delle odierne piattaforme ‘social’, soprattutto di facile consultazione e già divenute ‘cult’…

“E a Berlino in un gabinetto c’era scritto: ‘Mangiate merda!’ è impossibile che milioni di mosche sbaglino. […] I graffiti nei cessi sono un capitolo a parte della Storia”. “La parete del cesso però è un mezzo di comunicazione particolare. La maggior parte di quelli che lo fanno difficilmente hanno la stessa inclinazione fuori dai cessi. Sono certo che non hanno mai scritto neanche una riga su carta. La pubblicazione comporta altre soddisfazioni. Magari quando uno rimane da solo con sé stesso si mettono in moto meccanismi oscuri, l’istinto primordiale di scrivere, di lasciare un segno.”

Aggiungo qui una nota di colore che pone Georgi Gospodinov, colto e fine letterato, alla stregua di artisti referenziati a noi contemporanei, a incominciare da Marcel Duchamp autore di “Orinatoio”; Piero Manzoni di “Merda d’artista”; P.P.Pasolini di "Orgia", "Petrolio" ecc.; A.Artaud "Il teatro della crudeltà"; Charles Bukowski di “Storie di ordinaria follia”, solo per citarne alcuni, insieme a moltissimi altri ai quali andrebbe dedicata una ragguardevole quanto rispettabile rassegna tout-court. Non di meno, infatti, come i suddetti autori, Georgi Gospodinov prosegue con lo spogliare il proprio ‘linguaggio’ e la propria ‘osservazione artistica’ accorciando i tempi della scrittura andando ‘al sodo delle questioni’, quelle stesse che hanno fatto della ‘pop-opera’ una variante di successo e, che oggi più che mai, siamo lieti di riscoprire per la sua appagante attualità …

“Le parole - trascrive - servono per afferrare il senso, appena il senso è stato afferrato, le parole possono essere dimenticate. Potessi trovare qualcuno che ha dimenticato le parole, per parlare un po’ con lui”. (Zhuangzi, autore del III sec a. C.)

 

L’autore.

Prosatore e poeta Georgi Gospodinov è l’autore bulgaro moderno più acclamato a livello mondiale, vincitore dell’International Booker Prize e del Premio Strega Europeo con il suo ultimo romanzo “Cronorifugio” - Voland 2021. Le sue opere sono tradotte in 25 lingue, tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Voland.

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